carboncino
Il carboncino, una delle forme di pittura più antiche. Già nella preistoria i primi uomini usavano il residuo del fuoco per esprimere il proprio pensiero disegnando sulle rocce delle caverne; da allora ne è passata di acqua sotto i ponti ma questa forma di espressione grafica è rimasta pressoché uguale nel temo tanto che pure io come i miei predecessori uso alle volte lo stesso metodo. Ho fatto alcuni lavori proprio in quel modo: fuoco, brace, spento ed utilizzato i residui di legno bruciato per disegnare su carta. E' stata una bella esperienza, ne sono uscito piuttosto carbonizzato ma diciamo che mi sono divertito molto nel farlo.
In realtà la tecnica del carboncino è un po' diversa e più complessa. Vi descrivo di seguito come agisco io in modo tale che possiate capire meglio un opera e come viene costruita ovviamente mi riferisco esclusivamente a paesaggistica e animalistica non al ritratto il quale, merita un capitolo a sé.
Si comincia con la scelta del soggetto da riprodurre e si considerano i particolari ad esso annessi, più una struttura è complessa più è ricca di particolari e più deve essere grande il foglio altrimenti viene sminuito il medesimo. Fatto ciò passo alla scelta della carta, già la carta, parte essenziale per il risultato finale: liscio, ruvido, a grana fine ecc., oggi sul mercato ce ne sono diverse ognuna delle quali ha delle caratteristiche specifiche per il tipo di grafiche che si vuole ottenere. Scelta quella giusta passo alla sezione del soggetto in più parti tracciando delle quadrettature per riuscire meglio a mantenere le proporzioni poi passo allo schizzo su un foglio a parte. Quando questo mi soddisfa ho la mia base di partenza; di qua studio la profondità, la luce ed i volumi e si parte. Ovviamente quando si parte da un soggetto animato non lo squadro con la motosega ma lo immagino.
Preparo ovviamente il materiale che mi serve a portata di mano: matite al carboncino di diversa durezza, polvere di carboncino di varia durezza ottenuta dalla polverizzazione del temperato della matita stessa passato al mortaio, l'immancabile gomma pane, gomma di precisione ferma e rotante, un taglierino, carta a vetro, serie di pennelli (io uso quelli del trucco ed di crine morbido che variano dallo 0 ai 000), cotton-fioc, cotone a disco, sfumini di carta, un foglio di carta per appoggiarvi la mano e si comincia. Primo passo: definisco i bordi con una matita dura e tratto molto leggero quasi invisibilmente, mi do così la possibilità di cancellare i tratti e correggere eventuali sbagli, questa è la sola e unica possibilità che ho di tornare indietro. Secondo passo: con il cotone ed il pennello grosso creo lo sfondo con polvere dura, più scuro è lo sfondo più passate faccio e più sarà morbida la polvere. Terzo passo: con la matita sempre dura ripasso quello che ho tracciato prima definendolo meglio, da ora in poi la matita si dimentica . Quarto passo: definisco luci ed ombre con polvere dura e pennello grosso. Quinto: definisco con matita media i contorni e sfumo con lo sfumino di carta. Sesto passo alla sfumatura complessa con pennello piccolo per definire i particolare accompagnandomi con la gomma pane, quella di precisione e quella rotante per definire la luce e la profondità. Come ultimo riprendo la matita di carbone morbida per accentuare la profondità. Parto sempre da sinistra e finisco a destra essendo io destrorso. Ogni fine giornata appendo il disegno alla parete vicino al modello in modo tale che durante la giornata gli passo davanti più volte così mi rendo conto dove intervenire la sessione seguente; così fino alla fine.
Una volta finito rimane appeso almeno per una settimana per darmi la possibilità di notare ogni cosa e di apportare le correzioni del caso. Per ultimo la firma dopo la quale non si tocca più nulla, quello che è fatto è fatto. Fissativo e consegna.
Questo è come agisco io con il carboncino; giusto o sbagliato che sia io
faccio così voi, provate fino a quando trovate la vostra dimensione. Così io
uso i carboncini